Gli scienziati passano tutta la vita, spesso chiusi e lontani dai riflettori, per dimostrare una teoria o, se sono molto fortunati, per scoprire qualcosa che la Natura fino ad un attimo prima aveva tenuta nascosta.
Vorrebbero fosse sempre riconosciuto loro il giusto merito. Alle volte però accade che, per fattori esterni o un "potere sottovalutato", venga attribuito ad altri. E' questo il caso che ha coinvolto Torricelli e i Bernacotti.
Che cosa? Scopriamolo assieme.
LA SCOPERTA DEL VUOTONonostante in molti libri, anche italiani, viene associato al nome di Blaise Pascal, il vuoto è stato scoperto da un allievo di Galileo Galilei. La capacità di riprodurre il vuoto è stata una fortuna per tutti noi. Non avremmo avuto le lampadine, i televisori a tubo catodico, i computer e non avremmo persino scoperto il bosone di Higgs. In una parola sola: la tecnologia!
Tutto questo per merito di Evangelista Torricelli.
Sulla scoperta del vuoto e della grande bufala che ha avvolto per oltre mille anni la sua storia, dedicherò un articolo specifico, ma torniamo a Torricelli...
Grazie ai suoi esperimenti basati sulla differenza di pressione a diverse altitudini, l'allievo del maestro Galilei, oltre al vuoto inventò anche il primo barometro.
Sappiamo che la pressione si misura PASCAL ma anche in TORR, ma in quanti sanno che TORR sta per Evangelista Torricelli?
Strana questa associazione, non trovate ;- )
E LA MATITA MODERNA?
E pensare che noi italiani abbiamo scoperto anche la matita moderna!
Nelle ricerche spesso si legge il nome dello svizzero Conrad Gessner, questo molto probabilmente è dovuto al fatto di un suo elaborato inerente il lapis che si trovava in un trattato relativo ai fossili. Gessner infatti era un naturalista. C'è però almeno un elemento che non torna nelle varie ricostruzioni che ruotano attorno a questa vicenda. Intanto non ci sono dubbi che, col termine "matita moderna" facciamo riferimento a quella contenente la grafite e non al lapis rosso marrone o nero, che era già usato ai tempi dei romani (o ancora prima).
Il naturalista svizzero poi muore all'età di 49 anni, nel 1565 a Zurigo, la grafite però viene scoperta soltanto nel 1964.
Le date non quadrano.
In quegli anni a Borrowdale, in Gran Bretagna, alcuni contadini scoprirono una miniera con una specie di carbone che però messo alla prova, non bruciava.
All'inizio la grafite fu utilizzata per delimitare i confini dei terreni e poi, avvolta in pezzi di stoffa o canne di bambù, per marchiare il bestiame. La portata di questo materiale non venne compresa pienamente.
Furono due italiani, Simonio e Lyndiana Bernacotti i primi a pensare ad un contenitore in legno di ginepro, nel quale inserire la grafite. Della storia personale dei due italiani, non si trovano molte informazioni, ma sicuramente furono loro a realizzare il primo prototipo della matita moderna.
A parte questo episodio, fondamentale ma molto rapido, la matita uscì dal perimetro italiano. L'industrializzazione avvenne nel 1762 a Norimberga con la nascita della fabbrica Faber, dal nome del suo fondatore, che ne capì tutte le potenzialità. Successivamente un ufficiale napoleonico, per sopperire alla carenza di grafite dell' Inghilterra e Germania, pensò bene di mescolare la grafite all'argilla. Si trattava di Nicolas Jacques Contè.
Noi italiani da sempre siamo stati bravi ad inventare o a scoprire cose incredibili, meno bravi però a farle conoscere, comunicarle in modo efficace e costruire aziende attorno a queste invenzioni/scoperte.
E' per questo che ancora oggi sono famose le matite Faber e le Contè, mentre non esistono più le matite Bernacotti.
Potenza del marketing! ma non solo.
SCIENCE4PLANET